Timida amica barese
iniziazione all’ingoio
Carissimi lettori, carissime lettrici
Questa storia, è una storia di vita vissuta dal sottoscritto, circa un paio d’anni fa.
La protagonista, è Rina(nome di fantasia), una donna barese quarantenne, alta all’incirca un metro e sessanta, settima misura di reggiseno, abbastanza cicciottella, come piace a me.
Lei, non ha un lavoro fisso, è separata con figlia; e, per sbarcare il lunario, s’arrangia, facendo lavoretti saltuari, a volte come badante, cameriera e, dulcis in fundo, qualche marchetta da 20 euro, in auto di nascosto dal suo nuovo compagno.
Ero regolarmente seduto dietro il bancone della portineria dell’ospedale; dove, lavoro come portiere – centralinista, in un noioso e caldo turno pomeridiano; verso le 15.00, vedo entrare, una simpatica signora, grassottella, castana, con jeans a pinocchietto e, maglietta smanicata a fasce.
Da prassi, le chiedo, dove stesse andando, in quanto, non era ancora orario di visita parenti; lei, s’avvicinò al banco e, chinandosi leggermente, come se volesse donarmi, le sue meravigliose ed enormi tette, mi rispose: “devo andare a trovare il sig. Tizio, sono la sua nuova badante”.
Udita la motivazione, la lasciai andare; lei, mi sorrise, si voltò verso le scale e, iniziò a salire, in maniera molto provocante, dandosi una leggera botta sulle grosse chiappe, ed ancheggiando vistosamente.
Sistemato il paziente, ridiscese di nuovo giù, chiedendomi gentilmente, se. Potevo prenderle una bottiglietta d’acqua dalla macchinetta, in quanto, sprovvista di spiccioli, con la promessa che, l’indomani, me li avrebbe restituiti.
Io, gli e la presi volentieri, asserendo che, non mi doveva nulla, che era un atto di cavalleria nei suoi confronti.
Lei, ringraziò, mi sorrise e, si sedette alle poltroncine che erano di fronte a me.
Nella hall, non ero solo, c’era anche un mio amico inserviente; e, si stava chiacchierando del più e del meno, di questioni di lavoro, di crisi ecc., quando, ad un certo punto della discussione, lei intervenne: “io, sinceramente, sto cercando un lavoro fisso, un lavoro che mi dia la possibilità di poter campare dignitosamente; mia figlia, ha bisogno di un PC per la scuola e, detto con molta franchezza, non ho i soldi per comprarlo”.
L’inserviente: lui, potrebbe farla lavorare!
Dove? Le chiese la signora.
L’inserviente: beh! Scrive romanzi porno , potrebbe farla entrare nel mondo delle porno-attrici, oh! Al massimo farle girare qualche video amatoriale, ovviamente con mascherina; cosi, nessuno la riconosce.
Sinceramente, non sono portata, gli rispose in maniera cortese.
Passò un po’ di tempo, e, il mio amico inserviente, s’allontanò; lei, s’avvicinò nuovamente al mio bancone, e mi chiese: “come ti chiami”?
Mimmo, le risposi
Lei: “piacere, Rina! Ascolta, ho notato, fin dal momento in cui sono entrata, che io, ti piaccio”!
Io: da che cosa, l’hai notato?
Lei, rispose sorridendo: “dal modo...
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