mimmo l scrittore hard production

  1. I DEBITI DELLA BARISTA
    raccinto vietato ai minori di anni 18

    By Mimmo L il 8 June 2014
     
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    Mimmo L scrittore hard production
    I debiti della barista
    Prima parte
    Questa è la storia di Anna una bellissima cinquantacinquenne del nord – ovest, alta un metro e sessanta,capelli neri a caschetto , terza misura di reggiseno e, un culo da gran vacca svizzera, degno dei più grossi cazzi in circolazione.
    Lei gestisce un bar al centro del paese, esercizio commerciale che, per un certo periodo andava a gonfie vele; poi, le cose iniziarono a complicarsi perché le spese, aumentavano in maniera vertiginosa e, gli affari andavano male, tanto da indebitarsi con banche e fornitori.
    Lei ha un figlio di vent’anni, Stefano, studente universitario; come lavoro, ogni tanto aiuta sua madre, sposata; “ ma, suo marito è ignaro della sua situazione divenuto cornuto a sua insaputa” nel bar.
    Una sera, verso l’orario di chiusura, si presenta un fornitore, un certo Enrico, un tipo sessantenne, grasso, pelato che, reclamava il pagamento di una grossa fornitura di caffè(vi è da dire che Anna in precedenza gli aveva rifilato un assegno a vuoto, finito in protesto).
    Enrico: buona sera signora!
    Anna: oh! Buonasera sig. Enrico; che ci fa da queste parti, a quest’ora di notte; posso offrirle qualcosa?
    Enrico: un wiski grazie; a quest’ora scalda un po’!
    Anna: allora; a che devo l’onore di questa sua visita!
    Enrico: gentilissima signora! Io sono venuto qui per riscuotere quei famosi soldi della fornitura di caffè; e, per risolvere il problema dell’assegno a vuoto che, come lei sa è andato in protesto.
    Anna: ma vede, a quest’ora, non dispongo di tutta quella cifra; mi dia tempo fino a domani mattina magari da qualche mio amico,potrò chiedere un prestito! Visto che la banca, mi ha chiuso il rubinetto.
    Enrico: no, no signora! Tempo scaduto; domani mattina, arriva l’ufficiale giudiziario e, le pignorano il bar! Ascolti, le voglio fare una proposta.
    Anna. Quale?
    Enrico: lei è una bellissima donna, ha un bel fisico; se lei è gentile con me, potremmo vedere di risolvere la questione.
    Anna: gentile in che senso scusi?
    Enrico: beè! Lei, dovrebbe concedersi e, soprattutto dovrebbe farsi fare il culo, vedo che ha un bel culo tutto da sfondare!
    Anna oppose un po’ di resistenza; ma, aveva molta voglia di prendersi un cazzo in culo; perché, suo marito, non gli e lo aveva mai fatto,tanta, tanta voglia che, immaginava, nelle sue fantasie e nei suoi desideri proibiti e perversi che, un giorno il figlio Stefano che, era un bel ragazzo con un fisico atletico un metro e settantacinque di altezza e una minchia di ventiquattro centimetri, gli e lo avrebbe fatto.
    Anna: lei mi sta proponendo di estinguere il mio debito in natura?
    Enrico: esattamente signora!
    Anna: lei è un lurido, bastardo, figlio di puttana!! Approfittare, cosi di una povera donna in difficoltà economiche! Porco grassone che non è altro!
    Enrico: non ha altra scelta!
    Anna: avanti sputi il rospo; che cosa vuole che le faccia!
    Enrico: gli e l’ho detto; voglio il suo culo! Ma, prima esigo un ricco preliminare!
    Anna: ok affare fatto! Mi faccia abbassare la saracinesca del bar; ma mi deve promettere che, mi estingue il debito!
    Enrico: garantito!
    Dopo che Anna ebbe abbassato la saracinesca Enrico, Le fece togliere il grembiule; e, dopo averle chiesto di fargli uno strip, la fece sedere sul bancone, con le cosce oscenamente aperte, era rimasta solo con le autoreggenti nere e le scarpe con tacchi a spillo non molto alti.
    Enrico, le sfilò prima le scarpe, accarezzandole le gambe dai piedi,da sopra le calze fino alle nude cosce ; poi, infilò la lingua nella gran figa pelosa della barista e, iniziò a solleticarle il clitoride, facendola urlare di piacere! Era da tanto tempo che, non faceva sesso; la troia, vogliosa, meno pausata!
    Anna: eccola la mia figa, inizia a leccare come un porco! Ahhhhh!!! Mmmmm!!! Fammi godere, lurido grassone!! Ohh!! Mmm!! Sto già sbrodando!!
    Enrico: è da molto tempo che non sbrodi! Zoccola vogliosa!
    Anna: si da molto tempo! Da quando quel cornuto di mio marito mi trascura; infatti, sto colando a fontanelleee!!
    Enrico: adesso scendi, voglio che me lo succhi un po’!
    Anna pensò:”questo qua è grasso; sicuramente ce l’avrà piccolo”!
    Ma, quando Enrico si abbassò i pantaloni e le mutande, Anna si trovò di fronte ad una verga lunga venticinque centimetri ed abbastanza doppia; evidentemente aveva qualche voglia asinina o taurina ed esclamò esterrefatta: ma lei ha un cazzo mostruoso!
    Enrico: visto la sorpresa! Credevi che c’e l’avevo piccolo?
    Adesso inginocchiati e succhiamelo un po’ che poi te lo dovrai prendere tutto nel culo, troia!
    Anna, s’inginocchiò quasi a prostrarsi per l’enorme pancia del sessantenne davanti a quegli strani ed anomali centimetri di minchia, iniziò con le mani a scappellarlo e, vide che la cappelle era molto grossa; iniziò a leccarla con la punta della lingua, facendo sussultare il grassone di piacere.
    Enrico: ohh! Continua, continua, lurida troiaaa!! ma, afferralo in bocca; ciuccialo, ciuccialoo!! Mmmm!!!
    Anna, non riusciva ad afferrarlo per via della doppiezza e, allora, tentò una mossa azzardata; spalancò completamente la bocca e lo prese a mo di morso, facendolo passare un pochettino in mezzo alla dentiera, il grassone fornitore, iniziò ad urlare per il dolore! Enrico : ahhhhh!!! Zoccolaaaa!!! Troiana!!!! Mi stai facendo maleeeeee!!!! Mmmmmm!!!!! Ohhh!!!!! Adesso alzati che, te lo ficco tutto in culoo!!
    Nel bar vi era un divanetto che serviva per far accomodare i clienti quando dovevano gustarsi con calma la colazione o l’aperitivo; la fece mettere a novanta gradi completamente china con le mani poggiate sopra e, dopo averle dato qualche schiaffetto sulle chiappe carnose e in mezzo alle cosce e, averle un po’ allargato con le mani il suo buco che, s’aperse come una fornace, gli ficcò tutti quei centimetri di minchia dentro, facendola urlare per il dolore, godere ed uggiolare come una cagna per il piacere!
    Anna: ahhhh!!! Uuuuuuu!!! Ficcalo tutto dentroooo!! Sfondami il buco del culo, ti prego! Sto godendo come una cagnaaa!! Mmm!!! Dimmi che sono una lurida cagna vogliosa di cazzi in culo!!
    Enrico: si, si prenditelo tutto in culo! Troia cagna puttanona; ti sfondo “ti sfondo la membrana della vena cagatoriaaaa”!(fino a sfondarti tutto il retto) si godi come una cagna accalorata! Fin dentro le viscere, troia, puttana,viziosa; a sangue t’inculo, cosi mi paghi tutti i debiti!
    Anna: continua, continua, sfondami a sangue siii!!
    Intanto mentre lei si stava facendo fottere nel bar, arrivava il figlio Stefano il quale, aveva le chiavi e, avvicinatosi alla saracinesca del locale, sente degli strani gemiti; apre pian pianino e, senza farsene accorgere, si mette a spiare e vede sua madre intenta a farselo sbattere nel retto da quel signore grassone.
    All’inizio pensò dentro di se:”vedi, vedi questa lurida troia cagna; dai grassoni si fa trombare”!
    Ma, mentre lo pensava, il suo arnese era divenuto duro come la pietra; e, cosi iniziò a guardare e, segarsi mentre la madre ……….
    Anna: continua sfondami con quello stantuffo, fino in fondo lo sento fin dentro le viscere!
    Enrico: ooh! Mi stai facendo venire dolore ai reni e alla prostata! Troia!
    Adesso, sborro, sborro, sborrooooo!! Ohhhhh!!!!
    Anna: riempimi il buco del culo di sborra!! Ohh!! che bella sensazionee!! se ti va pisciami pure sempre nel culo!
    Enrico: si! Ti piscio ti piscio!! Lurida sozzona!
    Quando ebbero finito….
    Enrico: allora, domani blocco l’ufficiale giudiziario!
    Anna: d’accordo ci conto!
    Stefano nel frattempo aveva eiaculato un fiume di sborra e, si era allontanato ma. Gli era saltato in mente di scoparsi sua madre: e, allora, escogita un piano diabolico; assieme ai suoi amici, s’inventa una finta rapina. Fine prima parte
    I debiti della barista
    (Seconda parte)
    Il mattino successivo Stefano si sveglia di buon ora, sempre con lo strano tarlo per la testa di fottersi sua madre in quanto, era rimasto scandalizzato della scena vista la sera precedente in quel bar divenuto ormai alcova.
    E, pensò dentro di se: “io a questa qua gli e la devo far pagare; ho visto che, le piace prenderselo in culo! Sicuramente Le piacerà prendersi tre o quattro cazzi alla volta; non sapevo di avere una madre cosi cagna! Adesso, la sistemo io per le feste”.
    Si recò come del resto, faceva tutte le mattine al campus universitario e, incontra tre suoi amici di facoltà: Giuseppe, Giacomo e Ciro quest’ultimo di origine napoletana; e, insieme organizzano la finta rapina al locale.
    Stefano: salve ragazzi come va stamattina!
    Giacomo: tutto bene; oggi, abbiamo la lezione di diritto e, c’è quella gran figona della prof Linda!
    Stefano: oh! Veramente figona, un pezzo di gnocca, con quelle sue tette sesta misura e quelle sue cosce lunghe; mmm!!! Sapete quante seghe, mi sono fatto su di lei! A proposito ragazzi; volete
    Sapere cosa ho visto ieri sera?
    Ciro: cosa hai visto!
    Stefano; ho visto mia madre che, si stava facendo inculare da un grassone nel bar; lei, era a pecora e lui la stava sfondando alla grande! Sapete, mi sono nascosto nella rientranza dell’ingresso del locale e, mi sono fatto una mega sega! Sborrando molto; pensate che ho lasciato una chiazza di sborra sui pantaloni.
    Ciro: come, ti fai le pippe su tua madre!
    Stefano: si, mi è sempre piaciuto il suo culone e, i suoi peri neri,tempo fa, la spiavo, mentre si vestiva, si spogliava nella camera da letto e, mi piaceva molto come sculettava!
    Giuseppe: sei proprio un gran porcellone! Io non l’avrei mai fatto.
    Stefano: no, no ragazzi a me quella donna, nonostante fosse mia madre, piace molto; mi arrapa il suo culone, il suo culonee!! Ed anche il pelo nero sulla sua figona! Sentite, ho deciso di fottermela e, se mi date una mano, c’è ne anche per voi!
    Giacomo: in che senso?
    Stefano. Dobbiamo organizzare una cosina per stasera, verso l’orario di chiusura, insomma, una finta rapina!
    Ciro, esclamò in dialetto napoletano: “chist’ è pazz”(questo è pazzo).
    Giacomo: una finta rapina; ma, ti sei per caso ammattito!! Lo sai che, potremmo finire in prigione e, addio futuro!
    Stefano: no ragazzi, ho organizzato tutto, ci presenteremo al locale con il volto ricoperto da passamontagna e, con pistole finte; sapete, quelle ad acqua; e, una volta fatta irruzione, al posto della grana, Le chiediamo di denudarsi.
    Ciro: ma è un tentativo di stupro, ti rendi conto?
    Stefano: ho pensato anche a questo, Le diremo che, ci manda un suo fornitore, un imprenditore dolciario di origine calabrese, un certo don Francesco il quale, è creditore verso di lei e, per estinguere il debito gli ha chiesto di essere gentile con noi.
    Ciro: si può fare; voi che dite ragazzi?
    I ragazzi diedero il loro consenso.
    Stefano. Allora a stasera! Io ho tutto l’occorrente; ora, entriamo in facoltà, a seguire la lezione; non vedo l’ora di vedere quella bonazza della professoressa Linda.
    Mentre s’incamminavano verso l’aula(mancava ancora mezz’ora all’inizio della lezione) si udivano provenire dalla sala dei docenti degli strani gemiti e delle strane paroline; i quattro ragazzuoli, incuriositi s’affacciarono alla porta, lasciata inavvertitamente socchiusa e, chi vedono? Niente po’, po’ di meno che: la professoressa Linda(una fantastica biondona trentottenne, alta all’incirca un metro e ottanta, sesta misura di reggiseno; insomma un gran pezzo di figa) lesbicarsi con Nelly, una studentessa ventitreenne, alta un metro e settanta, bruna, capelli lunghi, figa semi rasata e quinta misura di reggiseno.
    I quattro si avvicinarono alla porta e, iniziarono a spiare come guardoni allupati mentre la prof Linda e, l’allieva Nelly, distese sul tavolo da riunione, in posizione sessantanove al femminile, se la stavano leccando vicendevolmente di santa ragione.
    Linda: mmm!!! Si, leccala, leccala!! Che, in compenso ti metto il voto più alto! Ohh!! Che dolce lingua che hai! Ahh!! Ohhh!! Adesso te la lecco io; sto vedendo che tu stai in calore! La tua fighetta sta gocciolando!
    Nelly: oh! Si prof; fammi squirtare tutta! Mmm!! Ahhhh!!! Sbrodo, squirto! Mmmm!! Ahhhh!!! Che bello essere leccata la figaaa!!
    Linda: e, dimmi studentessa troietta; è bello leccare la figa della tua prof! Mmmm!! Ti agevolerà molto!
    Nelly: oh! Si moltissimo!
    Intanto i quattro ragazzi, che avevano visto tutto quello spettacolo, tirarono fuori le loro verghe dai pantaloni e si stavano solennemente segando; quando ad un certo punto, decisero di aprire completamente la porta, di entrare e, ricattare le due lesby.
    Ciro, il più coraggioso: buongiorno! Allora; qui si comprano voti pagando in natura!
    Linda: chi vi ha dato il permesso di entrare? Fuori; oh vi faccio sospendere!!
    Ciro: eh! Eh! Eh! No, no, belle mie; oh, ci fate un pompino a testa e, ingoiate tutto, oh! Spifferiamo tutto al preside; abbiamo foto e registrazione(dissero cosi per farle impaurire ma in realtà non avevano nulla).
    Linda: ok, ok Nelly diamoci da fare; spompiniamo questi quattro porcelloni!
    E, dopo averli spompinati a dovere, dopo aver ingoiato la loro sborra , Nelly, la prof e i quattro ragazzi entrarono in aula per la lezione di diritto come se nulla fosse successo.
    Finalmente arriva la sera e, i quattro improvvisati rapinatori si organizzano per mettere in atto il loro diabolico ma, non tanto piano d’azione.
    Verso l’ora di chiusura, era circa mezzanotte, il quartetto gangster improvvisato, si appostò nei pressi del locale, aspettò che uscisse l’ultimo cliente per irrompervi.
    Una volta entrati Ciro, da buon napoletano, figlio di una buona donna, pronunciò la classica frase: “questa è una rapina”!
    Anna, giustamente tutta terrorizzata, quasi in lacrime e, con le mani in alto esclamò: oh! Mio Dio! Ragazzi, abbiate pietà di me; questa sera, non ho incassato nulla e, quel poco che ho incassato, mi serve per pagare le spese del locale, farò tutto quello che volete, vi do qualche altra cosa ma non l’incasso perché è di vitale importanza per me!
    Stefano, con voce camuffata:no signora, noi non vogliamo la grana, vogliamo soltanto che lei sia gentile con noi! Questo favore ve lo ha chiesto un vostro fornitore, don Francesco, il quale, vi manda a dire che, se lei c’ accontenta lui è disposto a farvi pagare la metà del debito.
    Anna pensò dentro di se: questi qua che vogliono tutti scopare con me, ne approfittano che io sono una donna! Ma, se me lo mettono in culo io, ne sarei contenta! Visto che a quel cornuto di mio marito il mio deretano, non interessa; ok va bene ma, ad una condizione però!
    Stefano: quale?
    Anna: che m’inculiate, adoro prenderlo da dietro!
    Stefano: non si preoccupi signora sarò io stesso a prendermi cura del vostro deretano!
    Anna: allora, possiamo iniziare subito; il tempo di chiudere e ci possiamo accomodare nel retrobottega, ho una brandina, possiamo metterci la!
    Stefano mugugnò: ah! Si è organizzata bene la troia; vuoi vedere che i debiti li sta scontando a suon d’inculate!
    Anna: ma prego, toglietevi pure questi orribili passamontagna!
    Stefano: per il momento deve rimanere un segreto; quando, avremo finito, ce li toglieremo!
    Anna: va bene! Come volete; allora mentre voi vi spogliate io, accendo la vostra eccitazione con uno strip!
    Anna quella sera era vestita con gonna e camicetta nera, scollata, con il canaletto delle tette in bella vista; il tutto ricoperto dal grembiule bianco da barista che, si tolse in un battibaleno; si tolse prima la camicetta, poi la gonna, da sotto, aveva un paio di collant aperte dietro! Alla vista di quel grosso e sodo deretano, Giuseppe sussurrò in un orecchio a Stefano: “certo che, ha un bel culo tua madre”!
    Stefano: già!
    E, mentre Anna si spogliava, le verghe dei quattro ragazzi divenivano dure come una salsiccia secca, mentre si stavano menando, la sega di riscaldamento lei, si gira, s’inginocchia davanti a quei cazzi(i ragazzi erano seduti sul divanetto) e, inizia a succhiarli e leccarli; dalle palle fino alla cappella, per poi afferrarli in bocca, facendoli passare in mezzo alle tette a mo di spagnoletta a due alla volta!
    Quando, si rese conto che, la pressione di quelle minchie, era arrivata al punto giusto, diede inizio alla gang bang, si distese sulla branda con le cosce spalancate, si fece prima leccare dai ragazzi a turno la figa! E, poi, girandosi il buco del culo.
    Anna: forza ragazzi, leccatemi, leccatemi a turno la figa! Fatela sbrodare per bene; alla faccia di quel cornuto di mio marito! Mmm!! Si, si dai su quel clitoride! Continuate, continuate, più giù, più giù fatemela sentire fin dentro l’utero la vostra lingua! Si, si! Mi sento una troiaa!!
    Adesso mi giro, ragazzi; cosi mi leccate, lubrificando, con la saliva il buco del culo; cosi scivola meglio.
    Stefano: come vuole, Madame! Le nostre lingue e i nostri cazzi, sono a sua completa disposizione.
    Dopo che Le ebbero lubrificato per bene con le loro salive, sia la figona, ormai inzuppata e, grondante di umori vaginali, il flusso era talmente abbondante che, bagnava anche il buco del culo! Sia quest’ultimo, Anna l’ingorda, fece distendere Ciro sulla branda lei, si mise su di lui in posizione spegni moccolo, con la faccia rivolta verso la parete, Stefano le montò dietro, spingendo energicamente il suo cazzo all’interno dello sfintere di sua madre; e, gli altri due amici gli ficcarono, in maniera brusca il loro arnese in bocca! E, cosi, tutti i buchi di Anna vennero tappati.
    Anna: oh!! Mmm!!! Sfondatemi tutta! Tu, sfondami a sangue il culooo!! lo voglio sentire tutto dentro, fino in fondo! Mmm!! che scopataaa!!
    I primi a raggiungere l’orgasmo, furono Giuseppe e Giacomo che, si stavano facendo fare il pompino a fasi alterne e, quando sborrarono ……
    Anna. Si, si, sborratemi tutto in bocca che, adesso ingoio tutto e vi lecco pure la cappella!
    Mmmm!!! Che è buona la vostra sborra!! E, come il gelato alla pannaaaa!!!!
    Giuseppe: ti piace lurida troia!
    Anna: certo che mi piace, sono una golosona di sborra; ma, in culo,la gusto meglio!
    Intanto, anche Stefano che, la stava fottendo nel culo egregiamente, raggiunse l’orgasmo.
    Stefano: si, si sto sborrando, signora!
    Anna: falla entrare tutta dentro; si, tutta dentro!! Ohhh!! Inondami di sborraaaaa!!!! Ahhhhhh!!! Siiiiii!!!!
    Dopo che ebbero finito, gli diedero un ultimo colpo di grazia; Stefano e Ciro la pisciarono in culo e, Giacomo e Giuseppe in bocca.
    Anna: adesso per finire, pisciatemi tutta, siii!! Tuttaaa!!!! Adorooooooo!!!!!
    Allora, adesso che vi ho fatti trombare alla grande, posso vedere i vostri volti?
    Stefano: certo signora!
    Quando si ebbero tolti i passamontagna, Anna si trova di fronte il figlio; e, un po’ esterrefatta, esclamò urlando: brutto porco che non sei altro! Hai fatto questo a tua madre, assieme a questi depravati dei tuoi amici! Allora è tutta una farsa, la storia di don Francesco; te la sei inventata di sana pianta!!
    Stefano: no mamma, poi ti dico come è andata con don Francesco; la verità è che, mi sei sempre piaciuta e, in modo particolare il tuo culo! L’altra sera, t’ho vista mentre ti facevi inculare da quel grassone di Enrico; e, per gelosia ho deciso di fartela pagare ma ti giuro che, non volevo farti del male i miei amici ne sono testimoni.
    Anna in quel momento annuì e non fiatò ma, quando rientrarono a casa, dopo aver accontentato il figlio con una mega masturbazione, doppia penetrazione culo – figa con due ortaggi e, dopo essersi fatta sborrare sulle tette gli sussurrò:” io ho sempre saputo che tu avevi un debole per me, m’accorgevo che mi spiavi ed io sculettavo per farti eccitare, ti vedevo, quando prendevi i miei peri e ci sborravi sopra; ma io ho sempre fatto finta di niente, ho sempre saputo che, sei un gran porco; e, non t’ho mai rimproverato; perché anch’io avevo un sogno nel cassetto, sogno che si è finalmente realizzato, quello di farmi sodomizzare da te! Visto che, a tuo padre, il mio bel culone come dici tu, gli è indifferente; grazie Stefano, Ho passato veramente un momento stupendo; e, ringrazia anche i tuoi amici da parte mia, ho sempre desiderato un orgia di gruppo; ma dimmi, come è andata con don Francesco?
    Stefano: ho risolto tutto io mamma, ho pagato con i miei risparmi.
    Anna: sei un tesoro!
    Stefano: anche tu mamma.
    E, si addormentarono nudi e abbracciati nel lettone, perché il marito di Anna e, padre di Stefano era casualmente fuori per lavoro.
    Fine.
    Nota dell’autore
    Questo racconto è tratto da una fantasia di una mia carissima amica lettrice e quindi inventato, ogni riferimento a fatti e circostanze realmente accadute è puramente casuale.
    Mimmo L scrittore hard production
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